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Turismo nel Lazio, come si è chiusa la stagione estiva 2023?

Recentemente è stata pubblicata un’analisi di bankitalia, dove si comunicava di un “boom turismo” nel Lazio nei primi otto mesi del 2023, con il flusso delle presenze turistiche che avrebbe superato i livelli pre-covid, +1,8% rispetto al 2019. Tra gennaio e agosto, rispetto allo stesso periodo del 2022, +49% di visitatori italiani e +77% di stranieri. Questi dati recenti sicuramente meritano un’attenta riflessione. Certo, il ragionamento è molto complesso. Purtroppo, il settore del turismo è stato fortemente penalizzato, visti gli eventi degli ultimi anni, per certi versi inimmaginabili: basti pensare alla crisi pandemica prima, poi a quella energetica, e infine l’emergenza climatica e l’aumento del costo del denaro. Fattori, questi, che hanno creato ripercussioni alle tante attività della nostra regione, tra queste anche quelle del turismo che, ricordiamo, è una voce strategica per l’economia locale.

Dopo la fase della pandemia, il turismo è ripartito, e sicuramente in questi ultimi anni si sta cercando di tornare alla normalità. Certo, sono tanti gli aspetti da migliorare. Parlando per esempio della stagione balneare, i cambiamenti climatici hanno ritardato l’arrivo delle belle giornate, con l’estate che si è allungata fino a ottobre: realtà, questa, che merita naturalmente una particolare attenzione, anche con una pianificazione specifica. E, soprattutto, l’impegno della nostra istituzione, è quello di valorizzare e rafforzare il turismo, considerato che il Lazio ha un vero patrimonio di ricchezze. Restando in merito alla stagione estiva, ovviamente, molto spesso si tratta di turismo di prossimità. E il lavoro che dobbiamo fare è quello di puntare ad un ampliamento dell’offerta, incrementando così anche i flussi internazionali. Noi, nell’ambito delle nostre competenze, vogliamo portare avanti una collaborazione sinergica con tutti gli attori coinvolti, proprio perché è necessario adottare decisioni che siano realmente vicine alle istanze, in modo da poter fornire un contributo positivo per lo sviluppo dell’intero sistema.

Nel mese scorso, abbiamo organizzato un incontro insieme a consiglieri, assessori e agli operatori del settore balneare: un tavolo tecnico che ha lo scopo di analizzare criticità e potenzialità delle nostre coste, ognuna con le proprie caratteristiche e peculiarità. La finalità è anche quella di programmare e pianificare la stagione turistica prossima, con l’obiettivo di valorizzare e rendere maggiormente attrattivi e fruibili i territori del litorale laziale. Dobbiamo essere pronti ad affrontare le nuove sfide e i cambiamenti. E le istituzioni devono essere da supporto alle tante attività, in questo percorso.

Recentemente il Consiglio regionale del Lazio ha approvato una legge per disciplinare le attività enoturistiche ed oleoturistiche. Significa poter ampliare l’offerta turistica nella nostra regione?

La legge in questione rappresenta un provvedimento importante che, oltre a tutelare e valorizzare la qualità dei nostri prodotti, nel caso specifico olio e vino, punta a rafforzare ulteriormente l’indotto turistico, e quindi anche quello economico. Noi siamo convinti che la filiera agroalimentare racchiuda un patrimonio di eccellenze della nostra regione. E ogni prodotto rappresenta le tradizioni, la storia dei nostri territori. Sicuramente, creare una sorta di rete, consente di sviluppare un intero sistema, partendo appunto dall’agroalimentare. Proprio in un momento in cui si registra una riscoperta delle tradizioni, dei piccoli borghi, è molto importante cercare di coniugare le nostre bellezze, artistiche, culturali, paesaggistiche, insieme alle tipicità dei nostri comuni. Dobbiamo essere capaci, anche in virtù dei nuovi cambiamenti, di farci trovare pronti alle nuove sfide, che possono generare ricadute sia in termini turistici, che per l’intero tessuto produttivo locale.

La Regione Lazio, ad ottobre, ha partecipato al TTG di Rimini, c’è già attenzione nei confronti del Giubileo 2025?

Il TTG di Rimini rappresenta, per le istituzioni, una occasione importante dove confrontarsi, per comprendere al meglio le innovazioni, le nuove sfide e anche le nuove priorità da affrontare. Questi eventi sono sempre molto interessanti e utili, poiché dobbiamo sempre essere pronti a intercettare le novità, i cambiamenti. Sicuramente, il Giubileo 2025 è una sfida di importanza strategica, per la città di Roma, per la nostra regione, e non solo. Come ripetuto in più di un’occasione, la capitale deve essere attrattiva. Bisogna creare quelle condizioni che possano richiamare investimenti sui nostri territori. E in tal senso, i grandi eventi sono un’occasione, per certi versi irripetibile. Come è già avvenuto per la Ryder Cup, una delle manifestazioni golfistiche e sportive più prestigiose a livello mondiale, le istituzioni devono operare attraverso una collaborazione sinergica, al di là della appartenenza politica. Serve il contributo di tutte le parti in causa. Solo in questo modo, è possibile raggiungere obiettivi di rilievo. Noi, come politica, dobbiamo puntare soprattutto su due aspetti, per essere all’altezza delle altre grandi città: infrastrutture all’avanguardia, che rendano la viabilità efficiente, e una attenta opera di semplificazione amministrativa. In consiglio regionale abbiamo istituto anche una commissione speciale ad hoc, proprio perché serve uno snellimento dell’iter burocratico, che troppo spesso penalizza le nostre attività, creando ritardi e lungaggini.
Dobbiamo portare avanti un gioco di squadra, avendo come obiettivo principale l’interesse della collettività. Senza dimenticare, poi, che i grandi eventi, come il giubileo, possono generare effetti notevoli sulla nostra economia, e sulle tante piccole e medie attività della nostra regione, che rappresentano il cuore pulsante del tessuto produttivo locale.