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Il Lazio, la prima regione ad avere il primo GAL della pesca nella programmazione FEAMPA 2021-27, la prima dunque a dare concreto avvio alla nuova programmazione dei fondi comunitari per la pesca e l’acquacoltura. Sono circa tre milioni di euro a disposizione del GAL Pesca Lazio, come saranno utilizzati?

Si, un risultato del quale andiamo particolarmente orgogliosi perché si tratta dell’intero pacchetto di risorse finanziarie assegnate alla Regione Lazio per la priorità 3 che, come giustamente ha sottolineato, è tra le prime regioni a dare concreto avvio alla nuova programmazione dei fondi comunitari per la pesca e l’acquacoltura. In questo senso, la Strategia concorre a una trasformazione economica, sociale ed urbana che vede nel mare e nelle sue professioni una chiave di sviluppo imprescindibile, sia per creare nuove opportunità occupazionali nel settore della pesca e dell’acquacoltura sia per migliorarlo, facendo leva anche sul recupero degli scarti, sui processi di trasformazione del pescato e quindi sulla sostenibilità ambientale e sull’innovazione. Crediamo molto in questo progetto tanto che è nostra intenzione stanziare un ulteriore milione di euro per facilitare la strategia attraverso ulteriori progetti in overbooking.

Quali sono le aree laziali da potenziare e quali i fiori all’occhiello nei settori interessati?

Il territorio interessato dalla Strategia di Sviluppo Locale approvata riguarda i comuni di Montalto di Castro, Tarquinia, Civitavecchia, Santa Marinella, Ladispoli, Fiumicino, Pomezia, Ardea, Anzio, San Felice Circeo, Terracina, Fondi, Itri, Gaeta, Formia, Monte S.Biagio e Minturno per un’estensione lineare della costa di circa 361 km ed una superficie complessiva di 1.713.05 kmq. A questi comuni si aggiungono le isole ponziane con l’inclusione dei comuni di Ponza e Ventotene. Da un punto di vista economico-produttivo il litorale laziale è sede di un considerevole numero di imprese che afferiscono al comparto della pesca. L’area oggetto di intervento comprende, quindi, tutti gli elementi ed i raccordi economici, naturalistici, ambientali e sociali che possono consentire di tracciare delle linee strategiche di sviluppo del sistema della pesca e dell’acquacoltura del Lazio, nel suo complesso, partendo dalle sue articolate specificità.
Concordo a pieno con la strategia presentata dal Gal Pesca Lazio che sottolinea che nella nuova visione dello sviluppo costiero del Lazio e del suo posizionamento, il mare, da semplice elemento di contorno, torna ad essere presenza centrale, fattore di sviluppo e innovazione per il settore dell’impresa e di una rinnovata identità e attrattività anche e in chiave turistica.

Il finanziamento da 3 mln sarà impiegato anche per sviluppare progetti di economia blu in nome della sostenibilità?

Senza alcun dubbio. Non a caso l’obiettivo specifico dello sviluppo locale partecipativo è finalizzato al sostegno degli interventi che contribuiscono a consentire un’economia blu sostenibile nelle aree costiere, insulari e interne e a promuovere lo sviluppo di comunità della pesca e dell’acquacoltura. Nel perseguimento di tale obiettivo le comunità nelle zone di pesca e acquacoltura dovranno sfruttare più efficacemente e trarre vantaggio dalle opportunità offerte dall’economia del mare sostenibile, mettendo a sistema e valorizzando le risorse umane, sociali, culturali ed ambientali».

La scorsa estate si è parlato molto del granchio blu, tra timori e nuove possibilità. Qual è la situazione attuale?

La situazione attuale è abbastanza delineata. Prosegue il confronto costante con il Masaf, il quale ha dato grande attenzione su questo problematica mettendo a disposizione delle imprese fondi a tempo di record per far fronte all’emergenza. Da parte nostra, non molto tempo fa, abbiamo incontrato le associazioni dei pescatori per ascoltare le loro richieste e per trovare una linea comune. A tal fine stiamo aspettando che escano le disposizioni del nuovo Feampa per definire le migliori modalità d’intervento anche attraverso analisi e un monitoraggio costante della situazione.
È nostra intenzione inoltre fare in modo che il granchio blu diventi presto una “risorsa” in termini commerciali. È stato già evidenziato, infatti, che si tratta di un prodotto di ottima qualità e dalle importanti capacità nutrizionali. Ed è per questo che introdurremo tutti gli strumenti necessari per accelerare la possibilità di poter mettere a disposizione dei consumatori questo prodotto che potrebbe portare benefici anche dal punto di vista farmaceutico e della salvaguardia dell’ecosistema.