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La cooperativa di Mauro Guarini è una delle realtà più innovative nel panorama delle comunità energetiche in Italia. Grazie al suo approccio cooperativo e per primo in Italia all’uso dell’idroelettrico come fonte rinnovabile, si è guadagnata l’appellativo di “CER Idroelettrica”. Il suo modello scalabile non solo accelera la transizione energetica, ma crea anche nuove opportunità per le comunità locali e per la Blue Economy.

 

Come è nata la vostra iniziativa e quali sono stati i primi passi?

Siamo nati nel 2021, poco dopo l’introduzione della prima legge transitoria sulle comunità energetiche. Volevamo un modello cooperativo inclusivo, con benefici sociali, ambientali ed economici, ma anche replicabile. Abbiamo scelto il fotovoltaico, come fonte maggiormente disponibile nei territori di nostro primo sviluppo, per poi distinguerci coinvolgendo il primo impianto di cogenerazione e da poco appunto   l’idroelettrico. Siamo stati la prima comunità energetica Balneare d’Italia, con alcuni impianti iniziali a Lignano Sabbiadoro, per poi estenderci su tutto il Friuli ed il Veneto orientale. Con il tempo, abbiamo dimostrato che il nostro approccio era scalabile, registrando più impianti per ogni configurazione.

 

Cosa vi distingue dalle CER tradizionali?

Il nostro punto di forza è la ricerca di soluzioni nuove, e l’idroelettrico ne è la prova: garantisce energia continua 24 ore su 24, a differenza del fotovoltaico e dell’eolico, più intermittenti. Questo è un grande vantaggio per aree montane o con poco irraggiamento solare. Un esempio è il comune di Tarvisio, che ha messo a disposizione un impianto idroelettrico diventando nostro socio. L’ENEA lo ha da poco scelto come caso studio per dimostrare la replicabilità del nostro modello, che può diventare un riferimento per altre comunità energetiche, dopo averlo fatto su Lignano (CER Balneare) e Villlafranca Padovana (CER con impianto di co-generazione).

 

In che modo il vostro modello si collega alla Blue Economy?

L’acqua è una risorsa chiave per la nostra produzione di energia e si integra perfettamente nei contesti turistici e costieri, dove la sostenibilità è fondamentale. Partecipiamo a eventi dedicati alla Blue Economy, come quello di Civitavecchia, per discutere il ruolo delle CER nelle località turistiche e balneari. Il nostro progetto può contribuire a rafforzare l’economia Blue attraverso l’energia rinnovabile.

 

Qual è lo stato delle CER in Italia? Ci sono realtà simili alla vostra?

A febbraio 2025 risultiamo tra le prime 10 comunità energetiche italiane per numero di impianti, utenze registrate e quota di mercato, con oltre 100 impianti operativi per un totale di ca 54 MWp di potenza installata. Il nostro modello è stato adottato da oltre 30 cooperative e oggi esistono circa 100 configurazioni di CER in Italia in tale forma, la maggior parte delle quali fanno parte di Lega Coop. In questo settore non siamo concorrenti, ma collaboriamo per creare un modello replicabile su scala nazionale.

 

Quali sono i vostri progetti futuri?

Vogliamo consolidare ed espandere il nostro modello. Stiamo lavorando con ENEA su uno studio che analizza il nostro impianto di Tarvisio come best practice e partecipiamo a eventi come quello di Civitavecchia per promuovere il nostro modello nelle località turistiche. A livello locale, puntiamo a crescere: attualmente contiamo 1.200 soci e prevediamo di arrivare a 1.500 entro fine mese. L’interesse verso il nostro progetto è in forte aumento e questo ci dà fiducia per il futuro.