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Ponza è una delle destinazioni turistiche più rinomate del Lazio, ma la stagione estiva è anche il periodo più intenso per l’Isola. Quali sono le sfide principali che affrontate in questo periodo?

Ponza, come tutte le località turistiche e le piccole isole, vede un’importante differenziazione tra il periodo estivo e quello invernale. La sfida principale, in questo senso, è senz’altro quella di garantire e potenziare i servizi necessari, a partire dai trasporti: in questo senso, con un grande sforzo e d’accordo con la Regione, quest’anno abbiamo avuto un mese ulteriore di collegamento dal porto di Anzio e abbiamo ottenuto collegamenti anche per il mese ottobre, che costituisce un periodo molto vivace in virtù dello slittamento della stagione estiva. Abbiamo infatti riscontrato una maggiore richiesta in autunno che in primavera: si tratta di un’esigenza diffusa, che l’Isola deve soddisfare. Dal punto di vista della collaborazione istituzionale, la Regione sta rispondendo bene, come dimostra la presenza di una terza corsa per le navi da Formia che ci rende pronti ed efficienti dal punto di vista logistico. In generale, dunque, le sfide principali riguardano i servizi aggiuntivi da garantire per incontrare richieste ed esigenze di ogni target.

C’è il rischio e il problema overtourism?

No: ci sono state stagioni caotiche, ad esempio nel periodo della pandemia, ma si è trattato di un caso isolato e straordinario. Ad oggi, non c’è questo rischio e il turismo è ben programmato, attenzionato in modo da scandire flussi e presenze in maniera ottimale, garantendo la migliore esperienza ai turisti e le migliori condizioni di vita agli abitanti dell’Isola.

 

La blue economy sta guadagnando sempre più attenzione come modello per uno sviluppo sostenibile delle zone costiere. Quali iniziative sono in corso sull’isola di Ponza per promuovere la blue economy, con particolare focus sulla pesca sostenibile, la gestione delle risorse marine e la valorizzazione del mare come risorsa economica?

Ponza e l’intero arcipelago sono Zone di Protezione Speciale, il cui pregio ambientale è riconosciuto e tutelato dalle istituzioni: oltre alle tutele vigenti, comunque, la nostra Amministrazione ha messo in campo una serie di azioni, consapevole del potenziale dell’Isola. Lo scorso anno abbiamo firmato un protocollo d’intesa con la Regione per avere maggiore autonomia e agilità nella gestione e nel controllo di questi territori: abbiamo fatto accordi con l’Università della Tuscia – nello specifico con la facoltà di Biologia Marina – per controllare costantemente la flora e la fauna dell’Isola, avvalendoci delle competenze di tecnici ed esperti. Oltre alle attività di controllo, tutela e monitoraggio, stiamo predisponendo una serie di attività di valorizzazione del nostro patrimonio paesaggistico e naturalistico.

Per quanto riguarda la pesca, invece, siamo consapevoli della nostra tradizione, che era la principale fonte di sostentamento fino agli Anni ’70 del secolo scorso. Oggi la situazione è molto cambiata, ma il settore resta determinante per la nostra isola: per questo, stiamo definendo delle aree di ripopolamento gestite direttamente dai pescatori. Andremo quindi a creare delle aree, in varie zone della costa, in cui per un determinato numero di anni non si potrà pescare: ciò porterà dei vantaggi dal punto di vista ambientale, naturalistico (e turistico) ma anche, poi, economico.

Ponza è conosciuta per la sua bellezza naturale, ma la gestione dell’ambiente è cruciale per preservare l’isola a lungo termine. Ci sono progetti in corso per migliorare la sostenibilità ambientale dell’isola, in particolare legati alla tutela del mare e alla gestione dei rifiuti durante l’alta stagione turistica?

Oltre alle strategie di ripopolamento ittico, l’anno scorso, in via sperimentale, abbiamo lanciato il servizio del ticket ambientale, pagato per ormeggiare nelle nostre acque, che consente di lasciare gratuitamente presso l’Isola di Ponza – nelle apposite isole ecologiche portuali – i rifiuti generati a bordo. Nell’eventualità di esigenze particolari, è previsto un servizio apposito. Così curiamo la fruizione delle nostre acque e la pulizia del nostro territorio. In questo modo si crea una sinergia tra le istituzioni e i turisti che, valorizzando le azioni del Comune e l’esperienza del turista, tutela l’ecosistema dell’isola e rende sostenibili gli afflussi turistici.

 

 

In che modo il Comune sta lavorando per migliorare l’infrastruttura turistica e i servizi per i visitatori? Ci sono nuovi progetti o piani di rilancio che puntano a rendere Ponza una meta più accessibile e attrattiva anche al di fuori della stagione estiva?

Siamo ben consapevoli che l’economia dell’Isola non si lega soltanto alla stagione estiva e all’attività turistica: la storia e i luoghi di Ponza, infatti, la rendono un luogo attrattivo dodici mesi l’anno. Oltre alle misure logistiche di cui prima, negli ultimi anni abbiamo dato impulso a differenti categorie di turismo che stanno diversificando i target e i tempi turistici. Un primo esempio legato al trekking: stiamo puntando molto su questa disciplina, a partire dai nostri sentieri estremamente panoramici e suggestivi, molto dei quali inseriti nelle guide CAI. È in corso proprio in questo periodo un evento che coniuga trekking e poesia, con evento musicale conclusivo. Ci sono poi, prima di Pasqua, passeggiate che vanno a legarsi all’opera di vari pittori, quindi all’esposizione di dipinti: un modo originale di unire benessere fisico e promozione culturale. C’è poi lo stracquo, la trasformazione in opere d’arte dei rifiuti ripresi dalle spiagge: si tratta di una disciplina che inizialmente sembrava banale, ma che ora sta diventando una tendenza, un vero e proprio motore promozionale. C’è inoltre il turismo del diving – con due importanti centri sull’isola – che attrae visitatori anche durante la bassa stagione. L’immersione è infatti un’attività che non conosce mesi “bassi” e non ha bisogno di aspettare l’estate per essere praticata; si tratta di una tradizione presente a Ponza da molto tempo, che stiamo sviluppando ancor più partecipando a fiere dedicate ed eventi, ospitando giornalisti e promuovendo le nostre potenzialità. Infine, il taglio storico e culturale dell’isola non è da meno: stiamo recuperando il patrimonio delle passate civiltà, come le cisterne romane: Ponza aveva una grande importanza per la raccolta delle acque, per questo abbiamo aperto due cisterne e contiamo a breve di aprire la terza. Sono luoghi stupendi, capaci di resistere al tempo: lo stesso vale per la peschiera romana, nota anche per il suo “murenaio”. Sono luoghi meravigliosi, che rendono Ponza un’Isola stupenda in ogni momento dell’anno, e che puntiamo a valorizzare nel più breve tempo possibile.

 

Quali sono gli obiettivi a breve e medio termine per il futuro turistico di Ponza? In che modo la blue economy e il turismo sostenibile sono legati a questi progetti di sviluppo, e come possono i cittadini e i visitatori contribuire a garantire un futuro prospero per l’Isola?

L’obiettivo principale è quello di coniugare l’implementazione dei servizi, la valorizzazione dell’Isola e la salvaguardia delle nostre bellezze. La nostra isola vive di blue economy a tutti i livelli, grazie ad ogni attività del comparto marittimo. C’è però un’opera infrastrutturale decisiva che in qualità di sindaco voglio impegnarmi a realizzare nel breve termine, ovvero una scogliera che ridossi il porto di Ponza. Esso è stato realizzato dai Borbone diversi secoli fa e naturalmente è calibrato in base alle esigenze di quel periodo storico: è evidente che sia un’infrastruttura da rinnovare e migliorare, in quanto il nostro porto è esposto a mari e venti da levante, soprattutto in autunno e in inverno. Dobbiamo dunque essere in grado di proteggerci da fenomeni spiacevoli, per garantire la regolarità dei trasporti: ad oggi, troppo spesso venti e condizioni climatiche condizionano le corse marittime da e verso la terraferma. È un limite allo sviluppo dell’isola, anche perché un porto riparato permetterebbe di ospitare imbarcazioni nei vari mesi dell’anno, ci renderebbe più attrattivi e competitivi: è necessaria un’infrastruttura valida, che con numerosi sforzi istituzionali – regionali e ministeriali – proveremo ad ottenere. È ora che Ponza abbia un’infrastruttura portuale adeguata alla sua storia e al suo valore: non è mai stato fatto un investimento deciso, in questo senso, ed è ora di valorizzare un’infrastruttura che, a proposito di blue economy, possa costituire un vantaggio globale, per gli abitanti del posto, le attività economiche, i turisti e l’isola.