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Esperta di Economia e Marketing del benessere e di turismo e membro del comitato tecnico di Simtur e partner dell’Istituto Italiano di Bioetica

Come sta evolvendo oggi il settore turistico? Quali sono le tendenze che influenzano il comparto?

La costante evoluzione del turismo continua e segue trend apparentemente contrastanti. Basti pensare alla ricerca di riconnessione alla natura, al digital detox, da un lato, e all’innovazione tecnologica e digitale dall’altro, per restare connessi e coniugare business e leisure. Oppure pensiamo ai viaggiatori solitari, fra cui spiccano le donne, e all’opposta ricerca di condivisione attraverso viaggi di gruppo. Persistono poi i viaggi enogastronomici, alla scoperta dei sapori delle tradizioni, dei vini e degli oli italiani; al contempo, però, sempre più persone utilizzano la vacanza per un soggiorno di remise en forme attraverso diete sane ed equilibrate.

La verità è che ogni individuo è differente e ha sempre bisogno di trovare la propria dimensione, quindi viva la varietà. Tuttavia ritengo, con un po’ di franchezza, che ogni anno si diano i trend al lotto, senza pensare che ci sono tre parole d’ordine che vanno oltre le mode e rivelano ciò che le persone cercano davvero, cioè essere se stessi. Le tre parole sono: riconnessione, con se stessi e la natura, mettendosi alla prova, vita, poiché si cercano storie ed esperienze vere e non più solo attività da fare, e meraviglia, poiché tutti abbiamo bisogno di stupirci attraverso la bellezza, l’arte, i sapori, le storie, nostre emozioni.

Qual è il ruolo della sostenibilità nel turismo?

La sostenibilità, sia ambientale che sociale, è fondamentale, considerati i numeri sempre maggiori dei visitatori che soprattutto in Italia continueranno ad aumentare, a discapito della qualità dei viaggi e della vita delle comunità ospitanti. Tuttavia, la sostenibilità dipende da tre fattori essenziali: la cultura, l’educazione personale e le iniziative coraggiose da parte di istituzioni e imprenditori. Il turismo, infatti, è un comparto che vive di molteplici collegamenti con tanti altri settori e ha una mole di indotto che rende complesso garantire la sostenibilità. È opportuno scegliere di costruire reti virtuose con i fornitori e monitorare l’esperienza completa degli ospiti, guidandolo con spinte gentili – le cosiddette “nudge” – verso il rispetto della natura, dei luoghi, delle persone e delle economie territoriali. Tuttavia, per stimolare un comportamento sostenibile è opportuno che la destinazione stessa e le strutture ricettive diventino modello di sostenibilità nelle scelte dei fornitori, della comunicazione dei processi produttivi e nelle relazioni con gli altri. Per rendere sostenibile il turismo, è necessario che lo siano i fornitori e la mobilità globale. È un processo di cambiamento che comporta nuove abitudini e qualche impegno finanziario verso un nuovo paradigma. Non possiamo certo ignorare che la crescita del turismo, per via della mole degli spostamenti che implica, ad oggi non può essere sostenibile: per questo motivo è fondamentale che, perlomeno arrivati a destinazione, visitatori e turisti adottino comportamenti virtuosi sul piano della mobilità, delle scelte alimentari, dei materiali come plastica, vetro e così via. Sul fronte della vacanza in barca e nave le dinamiche non cambiano.

In che modo il concetto di wellness si integra con la Blue Economy, e come questa sinergia può apportare benefici alle destinazioni costiere?

Un nuovo concetto di wellness, inteso come ben-vivere e ricerca proattiva di una salute olistica, può trovare nel mare e nelle coste numerose opportunità attraverso la creazione di esperienze più ampie e la valorizzazione delle mezze stagioni. In questo modo, la vacanza evolve da “consumo di luoghi” ad arricchimento reciproco attraverso di essi. Mare, spiagge e coste non servono solo per rinfrescarsi, abbronzarsi e far festa a discapito della serenità di un ambiente naturale, ma come risorse preziose per il proprio organismo.

Un nuovo modello di wellness suggerisce vacanze attive, con una maggiore consapevolezza dei danni da esposizione solare, un’alimentazione appropriata alle alte temperature, un’iterazione sana con le aree naturali, la riscoperta della bellezza ed una reale conoscenza della “vita” marittima, che è ben diversa da quella cittadina e montana.

Quali sfide e opportunità vedi per il turismo costiero nell’ambito della Blue Economy e come si può affrontarle?

È indispensabile diffondere la cultura del benessere tutto l’anno. Questa è una sfida alla massificazione del turismo balneare estivo, che comprime la bellezza e i valori delle destinazioni; è una sfida anche al preconcetto per cui senza caldo e senza bagno non vi sia esperienza degna di nota. Io sono una di quelle persone che ama il mare fuori stagione, ma spesso non trovo i servizi adeguati e nemmeno un bar dove fare colazione in spiaggia. Quindi la sfida è “aprire”.  Ricostruendo la narrazione dell’esperienza nei luoghi e dei mari delle nostre coste ed esprimendola in chiave “ben-vivere”, attraverso uno stile di vita che preveda movimento, aria pulita, immersione nei ritmi delle comunità locali, dei pescatori, dei porti e dei sapori e profumi, che sono diversi nelle varie stagioni, si stimolerebbero nuove percezioni. Saper raccontare il cambiamento stagionale del turismo marittimo non è semplice come in quello montano, ma si può fare. Mare e terra, in questo senso, si possono valorizzare reciprocamente: questo risponderebbe alla costante ricerca di esperienze nuove, nuove prospettive di viaggio e al prolungamento stagionale delle strutture ricettive. I cammini, ad esempio, stanno già offrendo un’opportunità in tal senso.

Raccontaci di cosa parlerà f.r.a.m.s., da dove nasce l’idea di questo libro e da quando sarà possibile acquistarlo

F.R.A.M.S. è l’acronimo delle cinque dimensioni del benessere: fisico, relazionale, ambientale, mentale e spirituale. È anche un framework strategico per elevare gli standard qualitativi della vita e delle sue esperienze, inclusa quella turistica. Infatti, ognuna di queste dimensioni è più o meno presente nelle nostre esistenze, interconnessa l’una con l’altra, e può influire sulle nostre scelte quotidiane. Questo libro è un manuale del benessere consapevole e delle sue applicazioni, che invita a sviluppare un approccio olistico, bioetico e sistemico concreto, che può aiutarci a vivere in salute. Inoltre, è uno strumento di comunicazione consapevole per imprenditori e professionisti che producono beni e servizi propedeutici al benessere. Un intero capitolo è dedicato alle vacanze “che fanno bene” e al concept five dimension wellness™ che vuole definire un modello esperienziale turistico incentrato sul mantenimento e il miglioramento di uno stile di vita sano e sugli stimoli che destinazioni e strutture ricettive possono offrire. Un libro multidisciplinare, arricchito dal contribuito di professionisti di vari settori, e pubblicato con Movability Books, un marchio editoriale che nasce da Simtur, un’associazione di professionisti esperti di mobilità e turismo sostenibile, che mi vede impegnata nel suo comitato tecnico scientifico.

Come sta evolvendo oggi il settore turistico? Quali sono le tendenze che influenzano il comparto?

La costante evoluzione del turismo continua e segue trend apparentemente contrastanti. Basti pensare alla ricerca di riconnessione alla natura, al digital detox, da un lato, e all’innovazione tecnologica e digitale dall’altro, per restare connessi e coniugare business e leisure. Oppure pensiamo ai viaggiatori solitari, fra cui spiccano le donne, e all’opposta ricerca di condivisione attraverso viaggi di gruppo. Persistono poi i viaggi enogastronomici, alla scoperta dei sapori delle tradizioni, dei vini e degli oli italiani; al contempo, però, sempre più persone utilizzano la vacanza per un soggiorno di remise en forme attraverso diete sane ed equilibrate.

La verità è che ogni individuo è differente e ha sempre bisogno di trovare la propria dimensione, quindi viva la varietà. Tuttavia ritengo, con un po’ di franchezza, che ogni anno si diano i trend al lotto, senza pensare che ci sono tre parole d’ordine che vanno oltre le mode e rivelano ciò che le persone cercano davvero, cioè essere se stessi. Le tre parole sono: riconnessione, con se stessi e la natura, mettendosi alla prova, vita, poiché si cercano storie ed esperienze vere e non più solo attività da fare, e meraviglia, poiché tutti abbiamo bisogno di stupirci attraverso la bellezza, l’arte, i sapori, le storie, nostre emozioni.

Qual è il ruolo della sostenibilità nel turismo?

La sostenibilità, sia ambientale che sociale, è fondamentale, considerati i numeri sempre maggiori dei visitatori che soprattutto in Italia continueranno ad aumentare, a discapito della qualità dei viaggi e della vita delle comunità ospitanti. Tuttavia, la sostenibilità dipende da tre fattori essenziali: la cultura, l’educazione personale e le iniziative coraggiose da parte di istituzioni e imprenditori. Il turismo, infatti, è un comparto che vive di molteplici collegamenti con tanti altri settori e ha una mole di indotto che rende complesso garantire la sostenibilità. È opportuno scegliere di costruire reti virtuose con i fornitori e monitorare l’esperienza completa degli ospiti, guidandolo con spinte gentili – le cosiddette “nudge” – verso il rispetto della natura, dei luoghi, delle persone e delle economie territoriali. Tuttavia, per stimolare un comportamento sostenibile è opportuno che la destinazione stessa e le strutture ricettive diventino modello di sostenibilità nelle scelte dei fornitori, della comunicazione dei processi produttivi e nelle relazioni con gli altri. Per rendere sostenibile il turismo, è necessario che lo siano i fornitori e la mobilità globale. È un processo di cambiamento che comporta nuove abitudini e qualche impegno finanziario verso un nuovo paradigma. Non possiamo certo ignorare che la crescita del turismo, per via della mole degli spostamenti che implica, ad oggi non può essere sostenibile: per questo motivo è fondamentale che, perlomeno arrivati a destinazione, visitatori e turisti adottino comportamenti virtuosi sul piano della mobilità, delle scelte alimentari, dei materiali come plastica, vetro e così via. Sul fronte della vacanza in barca e nave le dinamiche non cambiano.

In che modo il concetto di wellness si integra con la Blue Economy, e come questa sinergia può apportare benefici alle destinazioni costiere?

Un nuovo concetto di wellness, inteso come ben-vivere e ricerca proattiva di una salute olistica, può trovare nel mare e nelle coste numerose opportunità attraverso la creazione di esperienze più ampie e la valorizzazione delle mezze stagioni. In questo modo, la vacanza evolve da “consumo di luoghi” ad arricchimento reciproco attraverso di essi. Mare, spiagge e coste non servono solo per rinfrescarsi, abbronzarsi e far festa a discapito della serenità di un ambiente naturale, ma come risorse preziose per il proprio organismo.

Un nuovo modello di wellness suggerisce vacanze attive, con una maggiore consapevolezza dei danni da esposizione solare, un’alimentazione appropriata alle alte temperature, un’iterazione sana con le aree naturali, la riscoperta della bellezza ed una reale conoscenza della “vita” marittima, che è ben diversa da quella cittadina e montana.

Quali sfide e opportunità vedi per il turismo costiero nell’ambito della Blue Economy e come si può affrontarle?

È indispensabile diffondere la cultura del benessere tutto l’anno. Questa è una sfida alla massificazione del turismo balneare estivo, che comprime la bellezza e i valori delle destinazioni; è una sfida anche al preconcetto per cui senza caldo e senza bagno non vi sia esperienza degna di nota. Io sono una di quelle persone che ama il mare fuori stagione, ma spesso non trovo i servizi adeguati e nemmeno un bar dove fare colazione in spiaggia. Quindi la sfida è “aprire”.  Ricostruendo la narrazione dell’esperienza nei luoghi e dei mari delle nostre coste ed esprimendola in chiave “ben-vivere”, attraverso uno stile di vita che preveda movimento, aria pulita, immersione nei ritmi delle comunità locali, dei pescatori, dei porti e dei sapori e profumi, che sono diversi nelle varie stagioni, si stimolerebbero nuove percezioni. Saper raccontare il cambiamento stagionale del turismo marittimo non è semplice come in quello montano, ma si può fare. Mare e terra, in questo senso, si possono valorizzare reciprocamente: questo risponderebbe alla costante ricerca di esperienze nuove, nuove prospettive di viaggio e al prolungamento stagionale delle strutture ricettive. I cammini, ad esempio, stanno già offrendo un’opportunità in tal senso.

Raccontaci di cosa parlerà f.r.a.m.s., da dove nasce l’idea di questo libro e da quando sarà possibile acquistarlo

F.R.A.M.S. è l’acronimo delle cinque dimensioni del benessere: fisico, relazionale, ambientale, mentale e spirituale. È anche un framework strategico per elevare gli standard qualitativi della vita e delle sue esperienze, inclusa quella turistica. Infatti, ognuna di queste dimensioni è più o meno presente nelle nostre esistenze, interconnessa l’una con l’altra, e può influire sulle nostre scelte quotidiane. Questo libro è un manuale del benessere consapevole e delle sue applicazioni, che invita a sviluppare un approccio olistico, bioetico e sistemico concreto, che può aiutarci a vivere in salute. Inoltre, è uno strumento di comunicazione consapevole per imprenditori e professionisti che producono beni e servizi propedeutici al benessere. Un intero capitolo è dedicato alle vacanze “che fanno bene” e al concept five dimension wellness™ che vuole definire un modello esperienziale turistico incentrato sul mantenimento e il miglioramento di uno stile di vita sano e sugli stimoli che destinazioni e strutture ricettive possono offrire. Un libro multidisciplinare, arricchito dal contribuito di professionisti di vari settori, e pubblicato con Movability Books, un marchio editoriale che nasce da Simtur, un’associazione di professionisti esperti di mobilità e turismo sostenibile, che mi vede impegnata nel suo comitato tecnico scientifico.